La vita va
E’ perpetuo il moto
Lo scienziato sa come prenderla
Felicità: ci si arriva a nuoto
Ci si spoglia
Si leva l’ancora
Quando lei lo baciò, disse:
Amore, non farmi male
Non farmi soffrire
Ho fatto un sogno: tu c’eri
Vivo così
Tra il sociale e il vuoto
Guarda gli alberi come crescono
Felicità: ci vorrebbe un prete
o un Mondo delle Idee comprensibile
Quando lui la baciò, si sbagliava
Forse mentiva, piangeva di gioia
Ha dèi crudeli, la vita
Quando lei se ne andò,
mi ricordo bene il suo sguardo
Lasciò qui la giacca. Il mio amore è freddo.
E' sempre piacevole sapere di non essere un problema. Forse è per sentirmelo dire che lo chiedo, anche quando ho studiato una persona talmente a fondo che sono sicuro che la sua risposta sarebbe positiva. Sapere di non essere un problema è piacevole, sopratutto se hai mangiato una focaccina dal gusto discutibile, e se sei seduto su un pavimento duro e scomodo (che poi, in realtà, è la posizione ad essere scomoda e a farti percepire il pavimento come duro).
E' piacevole, a volte, lasciarsi andare come fa la vita nelle canzoni dei Baustelle, e dire quel che si vuole dire, e fare quel che si vuole fare, e non preoccuparsi se il tuo stupido cappellino darà noia a quello dietro di te, perché al massimo sarà lui a chiederti di toglierlo. E' piacevole, ma è anche difficile, dire la verità, e promettere di tenere duro anche se si sa che quella promessa si sfalderà come vernice arrugginita.
E' piacevole non pensare, è piacevole essere al concerto di uno dei tuoi gruppi preferiti e non pensare, è piacevole avere tanto sonno da non pensare. Ed è piacevole sapere che anche se più o meno nessuno dei tuoi lettori potrà capire un emerito tubo di quello che hai scritto, tu lo pubblicherai lo stesso, perché ti va di farlo e alla fine chissenefrega. Ma magari lo metto in bianco, che si confonda con lo sfondo.
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