Innanzitutto mi scuso per il titolo. Non c'incastra praticamente niente col contenuto di questo post, ma è tutto il giorno che mi ronza in testa questa frase e la volevo mettere come titolo. Mi sento un imbecille ad essere fiero di averla coniata, ma lo sono.
Passiamo al post vero. Ho una piccola parte in una commedia teatrale (parte di cui sono orgoglioso, specifico), e vorremmo che il mio personaggio fosse vestito con un completo bianco. Ora, visto che la nostra compagnia è in rosso da quando esiste, non ci possiamo permettere un vero completo bianco. Per cui lo cerchiamo un po' dove capita (vedasi il post sulle calze a rete, per intenderci), magari nei negozi dei cinesi o nei mercatini dell'usato. Ed è proprio ad un mercatino che la mia amica Martina ne ha trovato uno ieri.
Così, stamani mi sveglio tutto contento e mi dirigo al mercatino dell'usato. Varco la porta e contraggo quella mezza dozzina di malattie respiratorie che è d'uso prendere una volta messo piede in quel posto. Dalla nebbia emerge Martina che, dopo essersi tolta la maschera anti gas necessaria per la sopravvivenza a Polverolandia, mi mostra il completo che ha trovato.
Bellissimo. I lavori che dovremo farci per adattarlo alla mia taglia sono davvero minimi. Venti euro, solo venti euro: le casse della compagnia ringraziano. C'è solo un piccolo problema: non è bianco, ma grigio. Okay, grigio chiarissimo, ma pur sempre grigio.
A questo punto del post finisce la parte concreta e inizia la pallosissima allegoria che io, essendo una persona estremamente noiosa, devo trovare per forza. Forse perché devo credere di essere una persona profonda. Questa fissa di dover essere profondi è uno strazio, devo dire.
[ Pausa. Devo darmi lo scrub anti acne, scusate ]
Dicevo. La prima cosa che ho pensato è: usiamo la Coloreria Italiana e sbianchiamo il completo! Martina, sentendo la mia proposta geniale, mi dà gentilmente dell'idiota, facendomi notare che non è possibile colorare un capo non bianco di bianco. Nel senso che si può far diventare una cosa solo più scura, mai più chiara.
Puoi solo aggiungere, mai togliere.
Questa regola apre la mia mente contorta ad alcune considerazioni. Il processo di scurire una cosa è irreversibile. Tu parti con una cosa bianca. Puoi decidere se tenerla bianca, o cominciare a buttare qualche colore. Magari prima la fai giallina, come il catarro dei bimbi, poi passi al rosa. Poi rosso, viola, forse un blu pesante. E poi nero. Ma non puoi percorrere queste tappe all'indietro. Puoi andare solo verso il nero. E se ti sbagli? Lo tieni nero, cazzi tuoi.
E nella vita è così?
Metti che c'hai una situazione bianca. Ci stai bene in questa situazione bianca. Poi fai un errorino, e per sbaglio la tingi. Di rosa, per esempio, per dire un colore a caso. All'inizio ti può andar bene anche rosa, alla fine non è tanto diversa dal bianco, è solo un pochino più evoluta. Poi però succede che dici una cosa che non volevi dire, o agiti troppo la mano, e questo gesto impulsivo causato dalla tua intramontabile imbranataggine fa rovesciare la tinta verde sulla situazione, che diventa sempre più scura.
E quindi? Ci vorrebbe lo smacchiatore della vita! La Coloreria Italiana bianca, da usare sulle situazioni della vita. Ma non esiste. Non si può schiarire. Non si può togliere colore, solo aggiungerne. Comunque, ripensandoci: il verde è un bel colore, tutto sommato. Il fatto che non si possa tornare indietro fa parte del gioco. Okay, è la rovina degli abiti chiari, ma forse forse è anche ciò che li rende così rari e preziosi.
Cacchio, quanto sono profondo. Ho bisogno di biscotti.