Yellow


Non ci rendiamo conto abbastanza di quanto il presente sia importante. E questo è molto buffo, perché abbiamo sempre sulle labbra le citazioni Jim Morrison o di Oscar Wilde o di Baudelaire, che siamo pronti a condividere su facebook per mostrare al mondo che siamo fighi e viviamo alla giornata e cogliamo l'attimo. Ma la verità è che nessuno di noi è davvero capace di vivere alla giornata, e mi viene il dubbio che nemmeno Jim Morrison o Oscar Wilde o Baudelaire ne fossero davvero capaci. Invece di cogliere l'attimo ci infarciamo il cervello di seghe mentali e viviamo di quelle. Non di attimi, ma di seghe.

C'era una canzone, ieri, alla radio. Yellow dei Coldplay è una di quelle canzoni che mi piace ascoltare quando sono senza pensieri. Mentre guido, di notte, e fantastico cose dolci. E negli ultimi mesi ho avuto tante occasioni di ascoltarla, ma non l'ho mai fatto. Ero troppo occupato ad avere pensieri, per essere senza pensieri. 

Mi sono stranamente sentito in colpa per non essermi goduto il presente. Adesso ascoltare Yellow non ha più senso. Non è la stessa cosa, perché il mio umore non è lo stesso. Poi ho realizzato che questo strano rimorso che stava nascendo in me era un'altra paranoia. Mi faccio le paranoie anche per il fatto che ho le paranoie: probabilmente dovrei essere ricoverato. 

Sapete una cosa? Io Yellow me la ascolto, ORA, anche se non mi ci dice. E la dedico a me stesso, che sarà anche paranoico e nevrotico e patetico e un sacco di altre cose che finiscono in -ico, ma se la merita, questa dedica.




Look at the stars
Look how they shine for you
And everything you do
Yeah they were all yellow


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