Del cliché in cui lei si sveglia e lui non c'è


On air: Kasabian,
Goodbye Kiss


Parliamone, okay? Dunque, prendete una qualsiasi commedia romantica all'americana o una qualsiasi fiction idiota della Rai. Sono certo che a un certo punto della storia i due innamorati si ritroveranno a cena insieme, poi scherzeranno e rideranno, e poi improvvisamente si guarderanno negli occhi, e il loro sorriso scemerà gradualmente, fino a scomparire e rivelare un'espressione schifosamente languida. Poi si baceranno, e dopo il bacio i due si ritroveranno a casa di lei a spogliarsi intanto che una canzone romantica di sottofondo è costretta a coprire quei rumori imbarazzanti tipo stic slac frush frush flap sdeng ahia! che se si sentissero rovinerebbero tutta la magia del momento e impedirebbero alle signore di commuoversi e alle ragazze di postare la scena su facebook.

Poi che succede? Che i due si addormentano. E al mattino lei si sveglia col sorriso, si volta (perché è sempre su un fianco. Ma dormono tutte così in America?!) e scopre l'altra metà del letto vuota. 

Ecco, ora dico: MA NON L'HAI SENTITO MENTRE ANDAVA VIA?

Analizziamo la cosa: lui si sveglia e deve, come minimo: 1) raccogliere i suoi vestiti, 2) indossarli, 3) darsi una sciacquata al viso, magari. A volte trova il tempo di lasciarle perfino uno squallido biglietto. Ma avete idea di quanto casino si possa fare per questi tre punti?! Quindi o lui è un guerriero ninja o lei ha un sonno così pesante che non la sveglia neanche < contest: trovate voi come finire la frase, io sono a corto di metafore >.

A me una volta è capitato, comunque.

Mi sono svegliato, e dovevo andare all'università. Così mi sono alzato, ho mangiato qualcosa, ho fatto una doccia, asciugato i capelli, lavato i denti, rivestito, e sono tornato di là. E dormiva ancora. Uff. Stavo quasi per andarmene quando ho pensato che forse avrebbe preferito che lo salutassi.

"Ehi, ciao. Vado all'uni."

Mi ha mandato a cagare. Beh, forse ha fatto bene.

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