Eccoci giunti al secondo appuntamento della rubrica settimanale che tengo su Trashipirina. Oggi vorrei parlarvi di una tra le puttanpop più famose del mondo dello spettacolo. Prima di farlo, però, capiamo cosa significa questo termine.
Dicesi puttanpop la cantante che usa la propria arte, di solito musica leggera, per provocare ed esagerare, utilizzando coreografie particolarmente spinte ed accattivanti. Ora, le puttanpop possono essere puttanpop di nascita se già dal primo singolo dimostrano di essere delle vere amabili troiette da discoteca; oppure possono diventare puttanpop dopo un periodo casto e puritano. In quest'ultimo caso c'è un momento di passaggio - chiamato puttanizzazione - in cui l'artista consacra la sua svolta.
La piccola Britney Jean Spears all'età di undici tenerissimi anni entrava a far parte del Mickey Mouse Club che, come potete facilmente arguire, non era un programma molto trasgressivo. L'immagine che dà di sé è infatti quella di una giovane fanciulla ingenua. Immagine che, salvo rare eccezioni, conferma anche quando entra definitivamente nel mondo della musica.
Infatti, quando la Spears canta "Hit me baby one more time" non sta chiedendo un'ulteriore frustatina col gatto a nove code. E basta dare un'occhiata ai titoli delle canzoni del suo primo album per capire che abbiamo a che fare con una suora mancata:
- Born to make you happy
- From the bottom of my broken heart
- I will be there
- I will still love you
- Deep in my heart
- Thinkin' about you
- I'll never stop loving you
...ma che palle! Questa cosa della ragazza della porta accanto doveva finire. Nel 2001 Britney era ormai cresciuta e non ce la faceva più di essere considerata una dolce bambina. Voleva gridare al mondo di essere una vera porca. È così che inizia il processo di puttanizzazione per Britney Spears: con ombelichi sudati, con orge dentro una sauna, con sculettamenti al tramonto. Esce I'm a Slave 4 U, il singolo che segna l'inizio di una nuova era.