Se c'è una cosa che mi è rimasta è che l'autunno non inizia il solito giorno tutti gli anni. Non mi ricordo come mai: forse c'entra qualcosa il sole o l'orbita terrestre o qualcosa che riguarda Paris Hilton, tipo i buchi neri. Ad ogni modo, ho imparato che alcune volte l'equinozio di autunno cade il 22 e altre il 23 ma tutti pensano che sia sempre il 22. Quest'anno hanno tutti ragione.
La vigilia dell'autunno è un giorno che mi fa stare un po' male. Sapete, quel po' male che si traduce nello svegliarsi con gli occhi umidi e aprirli e pensare che è oggi il giorno a cui pensi da una settimana e pensare che mica succederà niente come al solito. Quel po' male che si traduce nell'ascoltare per tutto il giorno la stessa canzone e voler stare da solo e al contempo sperare che accada qualcosa, sperare che qualcuno ti porti da qualche parte tipo a Londra che è una città dove forse ti dimenticheresti di essere te. Per un pochino, solo per un pochino. Quel po' male che è solo una grossissima stupida sega mentale che riescono a farsi solo gli stupidi che si attaccano alle cose stupide come le date e i ricordi, come me.
Oggi perdo tempo e scrivo, perché è una cosa che mi fa stare bene, e mi fa essere sincero, quella sincerità che si ha bisogno di esternare, dopo troppo tempo che si dicono cose come Bene grazie e tu? Oggi perdo tempo e scrivo, e mentre scrivo mi ascolto Piangi Roma e poi anche Anello mancante e Autunno dolciastro e Elettra e anche Non è l'amore che va via ma soprattutto mi ascolto