L'amico figo


Ho un amico figo. In questa sede lo chiameremo semplicemente AmicoFigo: non posso dire come si chiama davvero perché lui - al contrario di tutti i fighi, che se la credono tantissimo - è un tipo riservato e si imbarazzerebbe. E poi mi staccherebbe la testa a morsi. Comunque, chiunque mi conosca ha capito per forza di chi sto parlando. Non è Ciuffo, per dire, lui è AmicoSimpatico. Non è nemmeno Lore, il mio guru informatico, che avrebbe buone potenzialità per diventare universalmente figo, ma ha scelto di essere nerd, e ciò lo rende figo solo per chi ha tendenze nerd.

Ho un amico figo. Eh, capita. Succede anche ai migliori, lo so. Sì, condoglianze, grazie. Non so se avete mai provato ad andare a giro con un amico figo. All'inizio mi sembrava quasi umiliante: insomma, diventi pressoché invisibile, guardano tutti lui. Adesso però la trovo una delle cose più divertenti del mondo: passeggi per strada e vedi le persone che si girano, che sbattono ripetutamente le palpebre, che cambiano direzione, che iniziano a barcollare, che sbatacchiano l'una contro l'altra. Non sto scherzando: una volta ho visto un turista che si è sbrodolato addosso la minestra di farro, perché AmicoFigo stava passando. Sembra di essere nello spot della 500, quello in cui Jennifer Lopez è lì che guida e tutti la rincorrono impazziti.




Ho un amico figo. A ripensarci essere fighi ha anche i suoi svantaggi (come il provocare incidenti mortali, nel caso di JLo). È necessaria una campagna di sensibilizzazione che li aiuti ad essere accettati nella società in cui vivono: dai, adotta anche tu un amico figo.


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