Tempo fa sono uscito con un ragazzo che si autodefiniva bipolare. A dirla tutta si autodefiniva anche bisessuale, e questo mi ha fatto pensare che fosse inconsciamente attratto dalle parole che iniziano per bi, e magari indagando meglio avrei scoperto che si sarebbe autodefinito anche bimensile, bilocale, bimotore, binocolo, biossido di carbonio e bidet.
(se non l'avete già capito: non è andata, e questo mi dà il permesso di parlarne malissimo e sputtanarlo in tutti i modi in tutti i luoghi e in tutti i laghi)
Ad ogni modo mi incuriosì questo suo rivelarmi, dopo appena mezz'ora di appuntamento, di essere affetto da una sindrome psichiatrica che può essere molto grave. Per carità: è vero che nel gergo comune si usa la parola bipolare come sinonimo di lunatico, ma questo tipo (che ricordo essere pelato, basso e brutto, l'ho già detto che non è andata?) studia Medicina, e ho pensato che un aspirante medico dovrebbe utilizzare la terminologia clinica un pochino più propriamente.
Per sincerarmi che non avrebbe avuto bisogno di un ansiolitico di lì a poco, gli ho chiesto cosa intendesse per "bipolare". Eh - mi ha risposto - che cambio umore facilmente.
Sì ciao. Tu non sei bipolare, tu sei lunatico, tu sei instabile, tu hai bisogno di recitare in un musical per sfogare il tuo smisurato egocentrismo, ma non sei bipolare. Non è andata, vi rammento, abbiate pietà. Gli ho detto: beh, senti, ne riparliamo dopo che hai dato Psichiatria.
Questo appuntamento mi ha fatto riflettere riguardo varie cose: intanto che un sacco di gente photoshoppa esageratamente le foto che ti manda in chat. E poi che c'è una differenza tra l'essere interessanti e il volerlo essere. Se sono costretto a inventarmi di avere un disturbo psichiatrico per attirare l'attenzione, ho davvero bisogno di una flebo di autostima.
Nel senso, meglio aprirsi un blog.
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