Pioggia vento merda amore


Qualcuno mi ha detto che quando nei film piove è per rispecchiare lo stato d’animo dei personaggi. E io penso che sono due settimane che piove. Tanto che il fiume vicino casa mia ha raggiunto il livello di allerta, e la cosa mi preoccuperebbe se continuasse a piovere. Invece, in questo momento (le 00:49 di una camera incasinata e priva di dignità), non piove. C’è solo un vento fortissimo che cerca di dimostrare che anche l’aria può far male. Lo senti che urla, e lo sai che spazzerà via tutto, dalle foglie alle speranze.

Qualcuno mi ha detto che quando nei film piove è per rispecchiare lo stato d’animo dei personaggi, ma nessuno mi ha detto che la realtà è molto più crudele. Piove un sacco, qua dentro. Mi piove dentro il petto, e sono gocce affilate che recidono le vene. In testa niente, solo vento, che è bravo a svuotare la mente e renderla grigia e senza sale. Le cose perdono di senso, il cuore che muore e non finisce mai, nessun rispetto verso sé stessi e flash ovunque, tantissimi flash ovunque, come in un infinito trip causato dalla peggiore droga depressiva. 

A un certo punto scatta qualcosa. È un suono più irrisorio del click di un accendino, ma è il primo dei rumori. Puoi chiamarlo bisogno di sole, se ti va.

Due cose. Primo, ho visto un film, qualche giorno fa. Parla di lei, che è matta, e di lui, che è matto, e che ha così tanto bisogno di sole che lo vede ovunque, e si arrabbia con Hemingway quando i suoi libri finiscono male, perché tutti i libri dovrebbero finire bene. Secondo, ci sono tante situazioni orribili nello stesso mondo in cui vivo io, e non occorre spostarsi in Africa, e dovremmo tenerle presente quando pensiamo che i nostri problemi siano i peggiori, dovremmo ridimensionare la cosa e capire che c’è chi affoga in molta più merda. 

Non lo so dove voglio arrivare. Forse a dirmi che è l’ora di rinascere, di smettere di avere paura, di aggrapparsi a qualcosa e tirarsi su, piano piano, sputando un po’, stringendo i denti, fingendo che non faccia tutto così irrimediabilmente schifo.

In quel film, ad un certo punto, lei urla a lui Senti, che vuoi fare con quella canzone, vuoi passare tutta la vita ad averne paura? È una canzone, non farne un mostro, e io ho pensato che siamo noi a crearci gli stessi fantasmi da cui poi scappiamo, ed è stupido. Per giorni non ho ascoltato musica, ne avevo paura, non mi dava solo noia ma mi faceva male, ma adesso, adesso che c’è così tanto vento che non sento nemmeno quello che dico, adesso volevo cantarmitici questa.





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