Sono single. Non so se lo si intuisce dal numero di barattolini Sammontana che consumo di notte (con i conseguenti problemi intestinali del mattino successivo), o dall'ascolto effettivamente esagerato di Battisti e Paola Turci, o dal fatto che mi ritrovo spesso a mangiare gli gnocchi alla romana dell'Esselunga direttamente dal vassoietto di polistirolo, o semplicemente dal mio attuale tasso di acidità, comunque sono single.
Ma siccome non mi accontento di questa condizione disagiante ma tutto sommato superficiale, io ho deciso di andare oltre: io sono uno di quei single curiosamente convinti di essere a posto così, pronti per il ritiro definitivo su un eremo, uno di quelli che dicono cose tipo: Ho chiuso con l'amore oppure: Devo stare bene per conto mio o anche, state attenti che questa è forte: Non mi accontento del primo che passa. Sono single e apatico, dunque.
Ma siccome non mi accontento nemmeno di questa condizione disagiante, se pur già di un certo livello patologico, siccome se esistesse il museo delle sensazioni io sarei esposto come opera prima nella sala della paranoia, siccome il mio cervello è quel che più complicato può esistere sulla Terra, come una specie di grossa sfera costruita con milioni di stuzzicadenti, che se per caso uno si stacca tutta la sfera crolla, ecco, allora io vado ancora più oltre e mi viene naturale sentirmi in colpa per il mio star male.
Capite bene che è assurdo. Ora, non ve lo sto raccontando per sorbirmi ricevere i vostri consigli di vita, anche perché non sto così male, voglio dire pensate alla Santanché, a Demo Morselli, a Puffo Muratore. No, ve lo dico perché per cercare di lenire l'instabilità emotiva che consegue da tutto il mio circonvoluzionismo cerebrale ho deciso di installare Grindr.
Grindr, esatto, che sarebbe la frontiera più spinta delle chat gay, quella del sesso facile, quella dove gli utenti non si preoccupano più nemmeno di far finta di interessarsi al tuo nome perché le uniche due cose che vogliono sapere sono il tuo ruolo sessuale e la tua città di provenienza, in modo da poter subito arrivare ad una fredda ma svuotante performance fisica.
Questa è una mia conversazione media su Grindr:
Io sono quello a destra.
Non avevo messo in conto che questa applicazione sarebbe diventata lo spunto per un'indagine antropologica sugli utenti delle chat. Sapete, gli omosessuali che frequentano le chat sono creature particolari. C'è una certa quantità di individui abbastanza normali o anche simpatici. Poi c'è tutta una serie di personaggi convinti di essere straordinari, quelli malati di sesso e quelli che affermano con un certo orgoglio di essere "insospettabili". Che poi rilassatevi, "insospettabili": siete gay, non assassini.
E così vorrei scrivere una piccola guida di sopravvivenza a Grindr.
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Iniziare una conversazione, su Grindr |
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Esprimere pensieri, su Grindr |
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???, su Grindr |
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Ripetersi, su Grindr |
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Proporre orgette serie e pulite e riservate, su Grindr |
Per finire con quei momenti in cui ti trovi in chat ma non dovresti trovarti in chat. I momenti in cui ti senti così giù che prendi il primo contatto che ti capita e lo violenti con le tue elucubrazioni personali, con la tua storia, con tutte quelle cose che ti viene facile dire a uno sconosciuto, proprio perché è sconosciuto, cose che dici senza nemmeno pensarci troppo, perché sai che più che altro lui è un poveraccio con cui non avrai mai a che fare e che in realtà stai parlando a te stesso. E ti senti quasi legittimato a prenderlo in giro, quando lui si affeziona al tuo strambo modo di sfogarsi, e ne vuole sapere di più, e violando tutto il regolamento di una chat in cui non si fanno certe domande, ti chiede cosa ne pensi della vita.
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