Oggi è il 23 Giugno 2013, è una bella giornata di sole, gli uccellini cinguettano, i gatti miagolano, tutto il mondo festeggia felice
l'avvento degli hashtag su facebook e dei video su Instagram ma in pochi si ricordano del ventesimo anniversario di un
fatto di cronaca molto importante.
È una sera piuttosto afosa dell'estate 1993. A Manassas, in Virginia, il caldo si sente in modo particolare, tant'è che Lorena Leonor Gallo decide di alzarsi dal letto, sul quale stava riposando al fianco di suo marito John Wayne Bobbitt, per andare a bere un bicchiere d'acqua. Nessuno conosce i pensieri che attraversano la mente di Lorena in quel momento, fatto sta che la ragazza, allora era una graziosa ventitreenne, afferra un coltello - non un machete o un Miracle Blade, badate bene, un banale coltello da cucina, di quelli di cui tutte le sere vi lamentate che tagliano male, magari lo stesso coltello che a cena Lorena aveva usato per tagliare il cocomero - e torna in camera. Osserva il marito. Avevano appena fatto l'amore, eppure lei non si sentiva tanto rilassata. In seguito dichiarerà che non aveva raggiunto l'orgasmo ("John non mi aspetta mai. È un egoista"). Dichiarerà anche che il marito abusava di lei, e si ubriacava, e la trattava male. Ora Lorena è in silenzio, di fronte al letto su cui sta steso John. Si china verso il pene del marito. Solleva il coltello. ZICCHETE ZACCHETE.
Non so come mai ho voluto condividere con voi questa storia, ma sento che è molto importante che tutti la ricordiamo.
Con devozione, con dovizia
L’ evirazione diviene delizia
Con fermezza, con perizia
Hai asportato la preziosa primizia
Io vedo in te quella devozione
Ad un membro che ti è schiavo e padrone
Un colpo secco e fatto tuo il suo fallo
E in sua memoria adesso io ballo
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