Se c'è una cosa per la quale stimo Mariano Di Vaio è l'incredibile capacità che ha avuto nel reinventarsi una vita. Pensateci: ventiquattro anni fa veniva messo al mondo da una madre crudele che si trovò a dover assolvere all'esigenza anagrafica di dargli un nome. La donna, evidentemente ancora sconvolta dai travagli del parto, scelse di chiamare suo figlio Mariano. Mariano: un nome che ha intriso in sé il destino di una modesta carriera da gelataio a Scandicci.
Invece, il nostro Mariano Di Vaio fu in grado di andare contro quello che sembrava il suo inevitabile futuro, e diventò il più famoso fashion blogger italiano.
( Caro Mariano, spero che converrai che questo è il più bel complimento che ti sia mai stato fatto. Non credo che tu mi stia leggendo: io non sono nessuno in confronto a te, e soprattutto adesso sarai troppo impegnato ad essere bellissimo durante un qualche evento mondano per avere del tempo di leggere il mio consiglio, ma voglio dartelo lo stesso, e posso permettermelo perché abbiamo la stessa età. Forse più che un consiglio è un commento, di quelli che si possono dare a un primo appuntamento, quando non ci si conosce e tutti i pensieri devono essere autentici, perché non si ha niente da perdere. E il mio consiglio, Mariano, è di apprezzare più quando ti viene detto che hai saputo fare qualcosa, più che quando ti viene detto che sei bellissimo. Leggo su facebook che hai più di centomila fan, e in tutti i commenti ti scrivono che sei bellissimo, bellissimo, bellissimo, ma Mariano, fattelo dire da uno che ha la tua stessa età: la bellezza non conta niente
. La bellezza non conta niente. La bellezza non conta niente. )
Giunti a questo punto del mio studio antropologico sui fashion blogger, è necessaria una approfondita disamina su un esemplare della specie in questione. Lo facciamo prendendo uno dei video più rappresentativi, direttamente dal blog di Mariano Di Vaio, e lo analizziamo fotogramma per fotogramma.
Chi ha un cazzo da fare oggi alzi la mano, insomma.
Beeeeeeene, procediamo con l'analisi.
Il video parte con una musichina accattivante che fa da sottofondo al culo di Mariano Di Vaio, il quale finge di montare su un cubo di fieno. Il motivo per cui l'inquadratura di un video di fashion blog debba riprendere del fieno non è spiegato.
Mariano emette un
virile gridolino: è evidentemente provato dallo sforzo sovrumano che ha compiuto per salire lì sopra. Neanche glielo avesse ordinato il dottore, di fare il fashion blogger sui cubi di fieno. Comunque, Mariano si volta verso di noi
sfoggiando il suo miglior sorriso da concorrente di Amici, e parla:
Hi guys, dice, che in Toscana si traduce tipo con OH CIAO BRODI, però lui dice
Hi guys, che è molto più internazionale e gggiovane e giusto.
Ma adesso attenzione: Mariano compie un gesto che ripeterà numerose volte nel corso del video.
Si passa una mano tra i capelli. Fino a qualche anno fa, nel mese di Dicembre, io e mia sorella facevamo un gioco: quando uscivamo fuori in auto, bisognava dire PIO tutte le volte che si vedeva in un giardino un albero di Natale. Vi invito a riguardare il video e a fare lo stesso giochino:
diciamo PIO tutte le volte che vediamo Mariano Di Vaio passarsi le mani tra i capelli.
PIO
PIO
PIO
In dieci secondi siamo già a tre PIO diversi. Ma perché lo fa? È un segnale in codice? È un tic nervoso?
C'ha i pidocchi? Effettivamente il dubbio ci perplime non poco, a tal punto che ci scordiamo quasi di seguire il suo discorsino gggiovane e international, ma per fortuna ci sono io a riassumervelo: OH CIAO BRODI, OGGI MI VESTO UN PO' A SEGA, È ESTATE SICCOME, VIA BONA E CIAO CI SI BECCA AL FRAU. Dopodiché salta giù.
Siamo tutti in tensione,
speriamo quantomeno che si sia sclavicolato una rotula, e invece.
PIO
Cambio di location: fieno ovunque. Mariano indossa una giacchetta scura e una
camicia abbottonata solo in un punto, roba che se mi vede mi madre vestito così mi prende per demente, ma lui è un fashion blogger quindi può permetterselo.
Di vestirsi così, non di essere demente.
PIO
PIO
PIO
Basta, fermatelo,
fate qualcosa. Ma non c'è tempo per chiamare la neuro, perché torniamo alla location precedente. Per questa scena, Mariano opta per una posa perfettamente naturale:
in fondo, a chi non capita di sdraiarsi su una pila di fieno indossando un completo da sera sbottonato in modo da rivelare gli addominali e rimanere così, con in bocca un filo di paglia e lo sguardo pensieroso verso l'orizzonte, perso a contemplare il rumore della punto grigia che passa di lì?
Finalmente Mariano fa quello che tutti noi volevamo che facesse al posto di indossare vestiti:
togliersi vestiti. OLLELLEEE OLLALLAAA FACCELO VEDEEE FACCELO TOCCAAA'
Terza location del video: un insieme di ulivi da cui Mariano fuoriesce, probabilmente dopo quella che è stata una
copiosa pisciata. Si asciuga ad una kefia che poi si avvolge attorno al collo.
Nel frattempo, cambiano le location, cambiano gli outfit, cambiano i brand da pubblicizzare, non cambiano le quattro espressioni da pesce bollito, ma noi non ci accorgiamo di niente. Siamo troppo presi dal contare i PIO, che ormai stanno imperversando sempre di più. Il ragazzo ha un grande bisogno di aiuto.
PIO PIO PIO PIO PIO
Mariano torna a parlare col suo giustissimo inglese, che di certo non avrebbe avuto se avesse fatto il
gelataio a Scandicci, come era peraltro nei piani originari della madre degenere. Ci dice che per oggi hanno finito di lavorare, che spera tanto che ci siamo divertiti, che ora mettono su la musica e fanno una festa, perché loro sono giusti e giovani e sanno godersi la vita, noi invece siamo
poveri e dobbiamo fare lavori veri.
Il tizio che vedete sulla destra è probabilmente la mente che gestisce tutto, ma è troppo brutto per poter fare successo.
Bene. È stata una faticaccia fare tutti questi screenshot di un tipo che si passa le mani tra i capelli, ma ne è valsa la pena, perché adesso sappiamo come si comporta un vero fashion blogger e possiamo mettere in pratica tutti gli insegnamenti che abbiamo imparato.
Grazie, Mariano Di Vaio. Grazie.