Qualche sera fa mi trovavo in spiaggia a festeggiare la laurea di un mio caro amico. È stata una di quelle serate in cui sei contento della vita e in cui scegli abbastanza consapevolmente di lasciare da parte per un momento tutte le varie problematiche che possono turbarti e per qualche ora puoi goderti il mare, la sangria e i tuoi amici. Verso fine serata - dopo i giochini alcolici, dopo i discorsi a bischero, dopo le risate, dopo il regalo e il discorso di laurea - la dolcissima C. mi ha chiesto se non avevo paura che il mio blog potesse diventare troppo personale. Durante questi anni io ho avuto modo di pensare spesso riguardo a questo, ma la domanda di C. e ciò che è successo qualche giorno dopo sono stati lo spunto di nuove riflessioni.
Non ci sarebbe da parlarne a lungo: dopo aver fatto alcuni errori, ho deciso di non scrivere sul blog (né su facebook, né su qualsiasi altra piattaforma pubblica) niente che non voglio che la gente sappia di me. Ho deciso di tenere il blog mettendoci la faccia, pertanto devo filtrare alcune cose, romanzarne altre, evitare di scrivere in maniera troppo personale. Spesso mi trovo a dire ad alcune persone di non pensare che io sia soltanto il Tredici del mio blog: quella è solo la parte di me piatta, narrativizzabile e pubblicabile, e a volte nemmeno troppo veritiera. Così come non si conosce una persona da un avatar, così non si può dire di conoscere me dal mio profilo.
Ma volevo andare oltre questo concetto, stavolta. Perché mi sono trovato a pensare che non tutto quello che si ottiene dalla vita virtuale sia necessariamente povero. Per esempio, quando qualche mese fa sono sparito per un periodo, qualcuno dei miei lettori - cioè persone che mi conoscono soltanto attraverso le mie parole - mi ha scritto per chiedere se andasse tutto bene. C'è S, che ogni tanto mi contatta per chiedermi come va; c'è M, che in privato si sfoga e mi racconta di sé; c'è G, che mi chiede di più sul teatro, perché anche lei vorrebbe tanto essere una bomba che esplode; ormai non mi ricordo più in quanti in chat mi hanno chiesto se ero proprio io quel blogger che scrisse quegli auguri di buon anno nuovo o quel post sul ragazzo dai pantaloni rosa; c'è G, che trovò il coraggio di congratularsi per la mia laurea in informatica, ma che sapeva che io nella vita dovevo scrivere, e poi iniziò a parlare di sé, della sua situazione che non gli permette di vivere la sua sessualità in modo aperto, mi parlava, G, e io capivo che in qualche modo si fidava di me, che io, con questo blog di cazzate, l'avevo convinto a contare su di me.
La settimana scorsa c'è stato F, che ha scelto di scrivermi una lettera pubblica, nei commenti, una lettera lunghissima che credo gli sia costata diverso tempo. Mi fa piacere quando le persone spendono il loro tempo per me: mi fa capire che ci tengono, perché il tempo è una cosa preziosissima, no? E insomma F mi ha scritto un sacco di cose, e sembrava mi conoscesse da una vita, e invece aveva solo letto il mio blog (peraltro tutto in una notte, non imitatelo a casa!). Ha scritto riferimenti a dei miei post che io stesso avevo dimenticato, e mi ha fatto capire che in qualche modo questo mio stile di scrittura gli era stato utile, gli aveva portato conforto e lo aveva fatto sentire meno solo.
È buffo, perché ho sempre pensato di scrivere per me, e di non dover rendere conto a nessuno di ciò che scrivo. Questo continua a valere, nel senso che il mio primo lettore sono proprio io, e sarà sempre così. Però, forse, considerando tutte queste cose e considerando le opportunità che pare si stiano per concretizzare nel mio futuro, forse posso provare a scrivere anche per qualcun altro. Certo, con tutta l'umiltà del mondo: probabilmente su cento persone, quelle che mi apprezzeranno e che mi troveranno valido/bello/utile saranno una o due, ma questo non è già sufficiente?
L'affetto di qualsiasi lettore non sostituirà mai quello dei tuoi amici durante una serata al mare e con la sangria; sono due cose diverse, e sono belle entrambe. Ora, poiché questo post è pallosissimo e sinceramente adesso che l'ho finito mi accorgo che non c'era tutta questa urgenza di scriverlo ma ormai l'ho scritto e mi rompe non pubblicarlo, cercherò di sviare l'attenzione di tutti postando un video pop.
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