Mondo. Europa. Italia. Piemonte. Torino. Borgo Dora. Io che sto seduto su un panettone stradale osservando l'Arsenale della Pace, vestito come quando non me ne importa niente, al collo una macchina fotografica e in mano una Moleskine e una penna blu. Io che rifletto perché non ho altro da fare - la nostalgia genera mostri cerebrali, la nostalgia rende più forti, la pelle più dura, la nostalgia è una specie di Nivea al contrario.
Rifletto su quanto sia cretino il detto Piemontese falso cortese. Sono pochi giorni che sono a Torino, e finora ho trovato solo persone genuine e gentili. Beh, a parte quando la bici si è infilata nei binari del tram facendomi perdere l'equilibrio e tutti gli automobilisti hanno iniziato a strombazzarmi contro, e in effetti è stato un gesto un po' antipatico perché c'ero io a rischiare la morte, mica loro. A parte questo episodio, i contatti che ho avuto coi torinesi sono stati sorprendentemente calorosi. Sono stato all'Informagiovani dove ho trovato delle ragazze amichevoli che mi hanno aiutato a risolvere varie questioni e mi hanno anche fatto fare una carta per cui accumulo punti ogni attività a cui partecipo, così ora sono ansioso di partecipare alle attività più per i punti che per altro.
Tutto questo mi ha fatto pensare che la gentilezza è una cosa bella. Sempre più frequentemente percepisco l'acidità come valore positivo sempre più accettato; l'essere stronzi è uno dei pregi della società 2.0, e la gentilezza, le buone maniere e i sorrisi stanno diventando sinonimi di sconfitta. Forse esagero, ma ho come l'impressione che la saccenza, il cinismo e la cattiveria siano i nuovi requisiti per essere accettati come vincenti.
E sto riflettendo su tutto questo quando, all'improvviso, Torino mi risponde.
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