Lettera aperta a Zucchero Sintattico


Ciao blog.

Ho deciso di scriverti perché non l'ho mai fatto. In cinque anni che esisti, non ti ho mai parlato direttamente, e credo che questo sia dovuto al fatto che un certo quantitativo di sanità mentale sono riuscito a mantenerlo; ma ormai sono partito, svitato, svanito, completamente esaurito, e pertanto posso permettermi di scriverti, anche se in realtà tu sei la parte virtuale di me, nel senso che io in questo momento sto scrivendo a un'entità non pensante, ma cambiamo argomento che è un attimo poi che mi internano e senza dirmelo comprano da mia madre i diritti per fare un film su di me, una di quelle cose tristi che mandano su Rai 5 in seconda serata.

Caro blog, prima di scriverti mi sono riletto qualche post di questi cinque anni. È buffo, perché ci si accorge bene di quanto sia cambiato. Be', ovviamente adesso scrivo un pochino meglio, e ho imparato anche a dosare le parole in modo da filtrare solo le sensazioni che voglio pubblicare. In pratica, tu non sei proprio proprio me, così come i miei altri profili virtuali non sono proprio proprio me. Non credo che sia un grande vantaggio, in realtà, perché poi le persone iniziano a fare confusione tra te e me, leggono te e credono di conoscere me, con la conseguenza che per far conoscere me (e non solo te) devo faticare un po' di più. Ma preferisco così, perché odio spiattellare su internet quello che provo. Quello che penso, ecco, quella è un'altra cosa. Anche perché di solito penso scemenze. Se c'è una cosa di cui ho il coraggio, è della mia demenza. Tutti dovrebbero avere il coraggio della propria demenza.

Nell'ultimo anno, poi, direi che sei stato fondamentale. Certo, mi aspettavo che mi assumessero nello studio grafico quando ho detto loro di te, ma tra tutti i post che potevano leggere, sono andati a finire proprio su quello con le mie conversazioni su Grindr. Sei stato importante per un sacco di cose, in quest'ultimo anno, e tra quelle che voglio dire ci sono sicuramente i Macchianera Italian Awards. Siamo arrivati quinti, che è una posizione oltre ogni aspettativa. Ho quasi rischiato di montarmi la testa, ma sono realmente troppo sfigato per farlo. Questa cosa della sfiga, alla fine, è una fortuna.

Ho la vaga percezione che questa lettera faccia sfrantecare le palle da quanto è noiosa. Per ravvivarla ci sono due strategie: la prima è quella di inserire qualche cazzo di fottuta espressione colorita, cazzo, e la seconda è quella di concludere. Volevo concludere ringraziando i tuoi lettori: quelli di ora, che sono tanti, adorabili, cattivelli, sapientini, riservati; e quelli che se ne sono andati, perché non gli piaccio più o perché hanno di meglio da fare o perché è finita o perché ora mi odiano o perché io li amo; e poi quelli che ci sono sempre stati, silenziosamente o meno, perché sono un po' la famiglia di Zucchero Sintattico, che è una bella famiglia. Se sei riuscito a farli sorridere anche solo mezza volta, o a farli pensare/emozionare/distrarre in qualche modo, se tu sei riuscito a fare questo, allora io sono soddisfatto.

Tanti auguri, Zucchero Sintattico. Cinque anni di scemenze. Tra parentesi.



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