Mi sveglio e c'è il sole. Uououo, penso, perché sì, io so pensare anche le onomatopee tipo uououo o gulp o snort o squaraquack. Non credo che le persone normali lo facciano, perché non credo che le persone normali abbiano il cervello che sembra una striscia di Topolino. Comunque c'è il sole, ed è una vera novità qua a Torino, dopo una settimana in cui la temperatura era simil-artica e ha piovuto, nevicato e fatto un vento assurdo. Potrebbe andare peggio - penso quando voglio consolarmi - potrebbe uscire un nuovo singolo di Eros Ramazzotti. C'è il sole, e decido di sfruttarlo andando a leggere all'aperto. Ora, leggere in riva al fiume è una cosa proprio pittoreschissima, siamo d'accordo, ma c'è da considerare che a Novembre a Torino fa un freddo cane, anche se c'è il sole. Quindi sto soffrendo. Sono rannicchiato su uno scalino, ho un berretto da povero e circondato dall'odore di piscio. In una scala da 1 a concorrente di Masterpiece, mi sento piuttosto penoso. Leggo ed è buffo perché mi sembra di essere il giovane Holden, nel senso che il livello di seghe mentali che si fa lui raggiunge quasi il mio. Mi chiedo se Salinger sia stato così paranoico quanto il suo personaggio. Perché secondo me no, anche se secondo me bisogna essere geniali per creare un personaggio diverso da come si è, ma Salinger ci riesce benissimo a pensare un essere pensante che pensa come penso io. Mi distraggo perché passano due signore che conversano sulla nightlife torinese. Usano proprio questa parola, nightlife. Ora, quando una persona mette una parola inglese in un discorso io ci rimango secco. Non mi riferisco alle parole tipo jeans o footing. E poi è vero che ci sono parole che in inglese hanno sfumature diverse dalla traduzione letterale italiana. E mica ho nostalgia del fascismo, quando i computer si chiamavano "calcolatori" e i boy scout "giovani esploratori", ma ci sono casi in cui ci si riempie la bocca di inglesismi che a me fanno venire il nervoso. Tipo "domani devo tenere uno speech" o "ti va sex?" (quest'ultimo me l'hanno solo raccontato eh). Le signore sono ormai passate, e io sono soltanto un accidentale ascoltatore che si è innervosito per i loro discorsi. A un tratto mi sento insopportabile: non ci si può innervosire per queste cose. Poi per forza sono solo: mi riempio di convinzioni inutili che allontanano gli altri. Rifletto sulle mie reazioni alle cose, e mi trovo esagerato. All'improvviso, mi sembra che tutto quello che ho sempre pensato fosse sfiga o banale incomprensione degli altri, sia invece la naturale conseguenza del mio comportamento. Chi è sveglio intuisce subito che è meglio starmi alla larga, chi è buono mi dà una possibilità e poi se ne va. La colpa non è mai di quelle stronzate come la distanza, o la sintonia, o il momento sbagliato, la colpa è sempre nostra. Guardo il Po e non ho voglia di trovare aggettivi per un fiume ma il fatto è che fanno bene, tutti, a scorrere via. Mi ricordo di quando un tipo mi ha detto che fanno dei corsi per educare il proprio atteggiamento a essere più gradevole o qualcosa del genere, me lo ricordo perché mi consigliò di andarci ed era sincero e perché io gli risposi che purtroppo per lui non c'erano corsi per essere meno stronzi. La verità è che io mi piaccio così. Sta iniziando a fare freddino, mi alzo. Dovrei scrivere un post su tutta questa roba, poi però la gente pensa cose. Magari ci metto una canzone finale, una di quelle canzoni che infondono l'umore giusto. Dovrei dargli un titolo con dei riferimenti letterari ma al contempo devo renderlo un po' comico-trash. Magari cito Coelho.
You may be right: I may be crazy
but it just may be a lunatic you're looking for
Turn out the light, don't try to save me
You may be wrong for all I know but you may be right
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