* questa parola potrebbe non esistere.
Buonasera a tutti.
Vorrei formulare un rapido ragionamento. Partiamo da un assunto che prima o poi dovremo ammettere tutti quanti, e ci conviene farlo prima che Selvaggia Lucarelli lo spacci per un'idea sua, e cioè: il web è costellato da brillantoni che provano una sorta di sadico piacere nell'essere controtendenti. Ora, non c'è niente di male nell'esserlo, a patto che non sia una cosa forzata, che sa un po' di ridicolo. Questo avviene specialmente su Twitter, che è un social network dove non ha molto senso esistere se non si enucleano pensieri controcorrenti, ma questa piaga ormai coinvolge più o meno l'intera rete.
Il motivo, forse, è che si tratta di una modalità abbastanza semplice per emergere: è sufficiente essere dotati di un certo quantitativo di originalità. Qui ci vorrebbe una sagace battutina, ma sto ascoltando i Meat Loaf e ho l'ansia, e quindi il mio potenziale comico si riduce. Cercate di seguirmi lo stesso.
Bene. Ho avuto modo di analizzare le varie modalità con cui viene declinato questo essere controcorrenti per forza, e posso dire con una certa sicurezza che esse sono, in sostanza, due.
1) la controcorrenza à la Beautiful
È la controcorrenza potenzialmente infinita. Si parte da un concetto (che spesso è un fenomeno naturale, come la neve o un terremoto), e lo si nega. Poi lo si può nuovamente negare. E nessuno ci impedisce di negarlo di nuovo, creando una catena di battute e repliche che potrebbe non finire mai. È abbastanza intuitivo che sia ridicolo.
2) la controcorrenza in stile viene prima l'uovo o la gallina
È la controcorrenza ciclica. A differenza di quanto avviene con la prima tipologia, a un certo punto si deve arrestare in quanto converge su sé stessa. Anche qui partiamo da un concetto, che viene prontamente negato dal desideroso-di-diversità di turno. Non appena lo si nega, si ritorna al concetto iniziale, che tuttavia è troppo mainstream per essere accettato da uno che fa dell'originalità l'unica via di emersione. Il fallimento della strategia è abbastanza ovvio: se sei troppo hipster torni mainstream.
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