Ho cominciato ad andare in palestra, anche se non posso dimostrarlo. Davvero: mi farei molto volentieri i selfie allo specchio ma mi vergogno, mi sento così cretino. È strano, perché non mi vergogno per niente a farmi i selfie coi miei cuginetti, nel mezzo di un cantiere disagiato, con la copertina di Famiglia Cristiana su Papa Bergoglio, al bingo, prima della nuova puntata di Game of thrones, col ciobar, mentre faccio finta di dormire, con un gatto, sotto la Mole, in pausa caffè, mentre scelgo i calzini da Tezenis, eccetera eccetera.
A ogni modo, ho iniziato la palestra per vari motivi. Innanzitutto perché ho letto da qualche parte che rilascia una sostanza che finisce con "orfine", tipo, che è un ormone che quando viene liberato genera benessere, e talvolta mi piace essere felice. E poi ho questa curiosa ambizione di diventare più bellino. Sono rimasto traumatizzato quando mia madre mi portò dal dermatologo, una dozzina di anni fa circa. Mi disse che avevo troppi brufoli e che conseguentemente non avrei mai potuto "andare a donne", cit. Ora, al di là del fatto che alcuni medici non capiscono un tubo, la questione sostanziale è che si è insinuato in me il sospetto che per piacere bisogna piacere esteticamente.
Non è vero, non sono troppo paranoico sull'aspetto. Un bel giorno mi sono svegliato e guardandomi allo specchio ho deciso che mi andavo bene così. Diciamo, comunque, che la palestra è un concentrato di fauna umanoide davvero particolare. C'è un sacco di gente obiettivamente orrenda che crede che pomparsi i muscoli serva per avere un volto attraente, e c'è anche un sacco di gente che in effetti giudica attraente una persona obiettivamente orrenda ma con i muscoli pompati. Ma magari sono tutti molto simpatici come me.
Poi c'è l'istruttore ispanico, che è un tronco di manzo non da poco. È lì perché dovrebbe fare un tirocinio per la sua facoltà di scienze motorie o come si chiama, ma sostanzialmente il suo ruolo è quello di provarci con le ragazze. È molto sexy quando cerca di spiegarti il funzionamento delle macchine, perché ha quella pronuncia tipicamente spagnola che consiste nel parlare come se avesse un guscio di pistacchio tra i denti. Ha questa specie di lisca geografica. Come Baricco, solo che se scrivesse dei romanzi darebbe il nome ai capitoli, il mio istruttore ispanico. Prima è venuto da me dicendomi di alzare il sellino della macchina perché stavo sbagliando, a me sembrava strano però ho obbedito perché a lui obbedirei sempre, poi però ha detto che era troppo alto e allora l'ha alzato lui e ha detto Ecco, così è perfetto, e io non ho fatto notare che era esattamente come l'avevo prima che mi correggesse, bensì ho detto Grazie, e lui ha detto Nada.
Nada y pues nada y pues nada, ho pensato io.
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