Il formaggio con le pere



Oggi vorrei approfittare di questo spazio per disquisire di pere.

Tutto parte da un mio recente pranzo che vedeva come portata secondaria l'accostamento sublime del formaggio con una pera, che avevo comprato al mercato in un raro momento di disposizione alla vita domestica (una parentesi deliziosa della mia quotidianità, in cui passo il tempo a dare l'aspirapolvere in fretta prima dell'inizio Uomini e donne, indossando un grembiulino a quadretti bianchi e rossi). 

Al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere!, mi è uscito detto, sempre vibrante di questa pulsione casalinga. Ho parlato ad alta voce, da solo, con un tono inquietantemente soddisfatto. Sembravo un fotogramma di una puntata a caso di Heidi.

A questo punto mi è venuto involontario riflettere più a fondo. Perché non dovrei far sapere al contadino di quanto sia buono il formaggio con le pere? Già: perché? Ragioniamo. Il proverbio vuole far riflettere sulla ricerca di astuzia da adottare per non venire raggirati da un contadino, che se conoscesse la squisitezza del connubio tra formaggio e pere si guarderebbe bene dal vendertelo o, peggio, offrirtelo.

Ora, tralasciamo il fatto che il detto non si pone proprio la questione che il contadino possa già sapere il valore di quell'abbinamento, come a dire che tutti i contadini del mondo sono dei perfetti imbecilli e che solo noi, scaltri cittadini, siamo gli unici detentori della verità

C'è qualcosa in più che si dà per scontato: e cioè che, qualora l'ignorante agricoltore venisse a conoscenza del suddetto matrimonio culinario, proceda automaticamente con l'aumento dei prezzi dei suoi prodotti, o addirittura col rifiuto di commerciarli e regalarli. L'embargo delle pere

Si assume, dunque, che i contadini siano creature avide e venali, approfittatori di ciò che è prezioso al fine del solo arricchimento personale. Allargando l'allegoria all'intera categoria umana, ne consegue che tutti noi siamo così: egoisti, opportunisti, attaccati al denaro a scapito degli altri.

Vorrei dissociarmi da questa visione catastrofista dell'umanità. Io voglio credere di vivere in un mondo dove un contadino per prima cosa è assolutamente consapevole di quanto sia buono il formaggio con le pere, e che nonostante questo non mi faccia pagare un bene più di quanto costi. Io voglio credere di vivere in un mondo in cui tutti possiamo apprezzare la semplicità di un pezzo di formaggio unito a uno spicchio di pera, senza che questo comporti un prezzo improponibile o inadeguato. Io voglio credere di vivere in un mondo in cui, se sono un contadino o, per estensione, un produttore di qualsiasi bene, materiale o immateriale che sia, te lo cedo in cambio del suo adeguato valore. Infine, voglio credere di vivere in un mondo in cui i contadini mi aiutano ad avere in tavola il miglior formaggio e le migliori pere, capito? mi aiutano, mi aiutano, mi aiutano.






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