Il lato giusto della storia





Anche quest'anno è arrivato il 17 Maggio, giorno in cui ricorre la lotta contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. Prima o poi ci decideremo a inventare un'unica parola. 

Anche quest'anno è arrivato il 17 Maggio, e io mi trovo a scattare la consueta fotina con i sei colori della bandiera rainbow e a scrivere un post per l'occasione.

Anche quest'anno è arrivato il 17 Maggio e io, ve lo dico con tutta franchezza, non ce la faccio più. Non parlo dell'attivismo: mi spiace tantissimo per tutti quelli che sotto i link di Repubblica scrivono "avete rotto con sta storia dei diritti dei gay", ma non la smetteremo con sta storia dei diritti dei gay fin quando i gay (e le lesbiche e i bisessuali e le persone transessuali e transgender) non li avranno, questi diritti.

Con la parola diritti intendiamo un insieme di cose che comprendono principalmente la possibilità di sposarci, perché vogliamo vivere in uno Stato che riconosce la nostra esistenza, e la possibilità di adottare figli, perché come siete in grado voi di farlo lo siamo anche noi, e state diventando ridicoli con la questione che ai bambini serve un padre e una madre, perché se i bambini credono di sapere cosa gli serve è perché glielo mettete voi nella testa.

Quindi, ricapitoliamo: possibilità di sposarci e di adottare. E ci aggiungiamo subito subito una legge contro l'omofobia, perché dobbiamo poter stare tranquilli che se dei pazzi violenti ci menano lo Stato è dalla nostra parte. 

Ah, questo sarà un duro colpo, sedetevi: vogliamo poter divorziare. È buffo, vero? Sono sicuro che i più intelligenti di noi, quelli che lottano per questi diritti da anni, molti più anni di me, non appena potranno, considereranno il diritto di sposarsi come il regalo più prezioso del mondo; ma altri magari no, altri magari vorranno divorziare come fanno gli eterosessuali.

E da questo capite bene che nascono un sacco di altri diritti, alcuni legali e altri semplicemente etici, che vogliamo, pretendiamo, e inseriamo nel pacchetto di richieste che facciamo tutte insieme. Perché non ha senso chiedere una cosa per volta, non possiamo accontentarci di un'uguaglianza a metà. Vogliamo tutto. Gli altri diritti sono, per esempio, la possibilità di essere pubblicamente persone di merda. Vogliamo poter scheccare ed essere effeminati. Vogliamo poter essere stereotipi, se lo desideriamo. Vogliamo poter educare male i nostri figli, come potete farlo voi. Vogliamo poter litigare e dimostrare che non solo l'amore gay esiste ed è vero, ma anche l'odio. L'odio non è un'esclusiva eterosessuale, capito? Vogliamo liberarci dalla responsabilità sociale di essere gay: non è perché sono gay che devo essere un bravo cittadino. Io sono un bravo cittadino perché i miei genitori mi hanno insegnato così, non c'entra niente il mio orientamento sessuale. Se Luca e Marco educano male la loro bambina, è un problema di Luca e Marco, non di tutti gli omosessuali. Se Jessica va in televisione a dire scemenze, è Jessica che è scema, non tutta la categoria a cui appartiene. Vogliamo poter essere persone di merda, esattamente come possono decidere di esserlo gli eterosessuali.

Anche quest'anno è arrivato il 17 Maggio e io non ce la faccio più. Non ce la faccio più di chi dice che ci sono altri problemi, di chi dice che abbiamo rotto le palle con questa lotta, con queste manifestazioni di orgoglio. Ci sono anche dei gay a cui l'ho sentito dire, tanto per dimostrare che purtroppo o per fortuna abbiamo punti di vista molto vari.

Ma se oggi possiamo esprimerci liberamente (almeno questo!) lo dobbiamo a chi ha lottato negli scorsi decenni. È lo stesso discorso che vale per le altre categorie discriminizzate. Se non ci fossero stati gli attivisti per i diritti dei neri, o per i diritti delle donne, oggi questo mondo sarebbe stato ben diverso, e molto più ingiusto. Ma vi sognereste mai di dire a uno che ha lottato per i diritti dei neri: "che palle, tanto non serve a niente, peggiora solo le cose"?

Anche quest'anno è arrivato il 17 Maggio e io, onestamente, non ce la faccio più. Eppure continuo a scattare la fotina e a scrivere qualcosa a riguardo, che è solo un umile sforzo, e altre persone molto più volenterose di me continuano a lottare organizzando manifestazioni e collaborando con le associazioni. E lo facciamo da anni. E sapete perché? 

Perché non pensiamo più al presente. Pensiamo al futuro. Pensiamo che un bel giorno, quando nel mondo tutti potranno essere chi vogliono e amare e odiare chi vogliono, i nostri figli andranno a scuola, e apriranno il libro di storia (sì, in questo futuro idialliaco si studierà ancora la storia, perché conoscere il passato aiuta a essere più buoni) e leggeranno di quel tempo remoto in cui gli esseri umani erano divisi tra chi voleva pari diritti tra gay e etero e chi no, e si chiederanno come è stato possibile che esistesse un tempo in cui c'erano così tante discriminazioni; e quel giorno i bambini ringrazieranno coloro che hanno lottato per far sì che il mondo fosse uguale per tutti. Continuiamo a lottare perché pensiamo che un giorno qualcuno dirà che ci siamo schierati dal lato giusto della storia.




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