Dovete sapere che da pochissimi giorni ho terminato il mio percorso di studi. Non è un gran momento per farlo, per un aspirante scrittore-narratore-comunicatore. Ci si dà un gran daffare, si manda il curriculum pure a Grom ("magari mi fanno fare la grafica dei gusti estivi tipo albicocca della Papuasia") e si chiede il collegamento su Linkedin a tutti i cognonimi di chi ha un ruolo importante nel nostro ambito lavorativo. A questo proposito,
vorrei scusarmi con tutti i Germanotta d'Italia per l'insistenza ma se per caso avete il numero di Lady Gaga, metti che è vostra cugina tipo, ecco, ho sempre desiderato fare la popstar. La ricerca del lavoro è ossessiva, basta considerare che ne parlo anche qui in modo che se qualcuno di voi avesse qualcosa da propormi che non comporti l'uso dei genitali, miei o di terzi, potrebbe
liberamente scrivermi e sarò felice di rispondervi.
Poiché il giorno dopo il mio diploma a Torino c'era il Salone del Libro, ho pensato di andare. E uno dei primi meeting a cui ho assistito è stato
l'imperdibile incontro-scontro tra Antonella Clerici versus Benedetta Parodi. Dato che la mia famiglia è più devota alla Parodi che alla Madonna non potevo perdermelo - scherzo mamma, non voglio certo essere blasfemo, ma è forse stata la Vergine Maria a insegnarti ad amalgamare il condimento della pasta con l'acqua di cottura? Riflettici.
Quando è entrata in sala, ho capito che da grande voglio essere Benedetta Parodi. Quella che nutro per lei non è solo un'ammirazione frivola e di contorno, ma
una vera e propria ambizione esistenziale. Ho cominciato a prendere appunti, suscitando inutili e irritanti risatine tra gli altri auditori che comunque non saranno mai nessuno nella vita.
E ho stilato una piccola lista di motivi per i quali ho capito che Benedetta Parodi è uguale a me e che io sono destinato a diventare come lei, che adesso vi propongo.
MOTIVI PER CUI BENEDETTA PARODI È UGUALE A ME
E PER CUI IO SONO DESTINATO A DIVENTARE COME LEI
1)
C'è dell'ingegno anche nel microonde
Lo penso anch'io: smettiamola di sminuire chi utilizza il microonde. Si possono ottenere risultati grandiosi anche con gli strumenti più idioti.
2)
Quando torno a casa devo assolutamente farmi una birretta fresca
Non molti sanno che amo la birra: di solito è un dettaglio che rivelo soltanto alle mie amiche lesbiche, che così mi acclamano e mi fanno sentire accolto. Quando sono arrivato a Torino ne ho comprate diverse bottiglie al supermercato, per poi scoprire che quella della Lidl sa di piedi.
3) S
ono pochi quelli che si accorgono che un prodotto è surgelato
Quando l'ha detto mi sono alzato in piedi gridando BRAVAAAAA con gli occhi infuocati di passione. Finalmente una che dice la verità: i surgelati vanno benissimo e sticazzissimi di voi e della vostra roba fresca. Noi Beyoncé della cucina non abbiamo tempo.
4)
La parabola della Torta Sacher
A questo punto della conferenza il mio amore per la Parodi era oltre ogni misura. Non potevo sapere che sarebbe cresciuto ancora dopo aver ascoltato questo aneddoto. Una Benedetta timida e appena quindicenne, un bel giorno decise di partecipare a un concorso culinario. La prova prevedeva la preparazione di una sachertorte. Benedetta aveva studiato, ma dimenticò di inserire un ingrediente fondamentale: il lievito. Al momento dell'assaggio, la giuria non riuscì nemmeno a tagliare una fetta di dolce.
Da questo
simpatico e avvincente aneddoto potremmo evincere una quantità pressoché infinita di considerazioni esistenziali, ma io ve ne esporrò solo due, che mi sembrano le più importanti.
Uno: bisogna sempre far lievitare la roba che si cucina.
Senza leggerezza, le cose sono immangiabili.
E due: da piccoli si può anche fare qualche errore, ci si può sentire fuori posto, sfigati, inetti, insicuri, falliti. Ma questo non significa che non diventeremo mai Benedetta Parodi.