Del parcheggio, al mare, la domenica d'Agosto



Se è vero quello che ci dicono, e cioè che il diavolo si manifesta ogniqualvolta l’uomo invoca il nome di Dio invano, allora il posto dove Satana si annida più spesso e volentieri è un qualsiasi parcheggio al mare la domenica d’Agosto.

Dio odia parcheggiare, ed è per questo che quando si è fatto uomo ha scelto un’epoca in cui le automobili non erano ancora state inventate. Invece adesso ci sono, e bisogna ammettere che sono molto utili per spostarsi, fornicare e trasportare i cocomeri dalla Coop a casa - provate voi a farlo in bici! - ma resta il fatto che è necessario parcheggiarle da qualche parte quando si va al mare, e al mare la domenica d’Agosto i parcheggi sono tutti pieni.

Sicché la gente si sfoga. Nell’unica maniera possibile: invoca il nome di Dio invano, appunto.

Smoccola.

Giò è seduta accanto a me, al posto del passeggero, e sbuffa. Ha caldo, ambisce a sabbia e acqua salata. Vuole solo spalmarsi l’olio solare addosso e poltrire per il resto della giornata. Dal finestrino osserva la fila vicino a lei, se ci fosse qualche buco libero, o qualche famiglia che torna a casa per il pranzo. “Bisogna trovarsi al posto giusto nel momento giusto” – sentenzia.

“È un po’ come la metafora della vita” – replico, sardonico. Ma col caldo infernale, la fame, la voglia di mare, il pensiero di trovarmi in mezzo ad altre venti autovetture contro cui competere per due metri quadri di terreno, tutta la filosofia che può circondare il concetto di parcheggio al mare la domenica d’Agosto mi pare solo una grossa stronzata.



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[ articolo pubblicato su Maintenant
testata on-line che ho conosciuto per caso 
e per fortuna 
e che consiglio a tutti. 
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